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Le 10 azioni per il rilancio di Roma

13-09-2021 14:20 - Le nostre news
Un patto sociale per il lavoro e lo sviluppo sostenibile per la definizione di politiche e azioni mirate a garantire stabilità occupazionale, qualità professionale, crescita delle retribuzioni, miglioramento delle condizioni socioeconomiche, contrasto al lavoro nero e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Questo il primo impegno che Cgil, Cisl e Uil chiedono al futuro sindaco e alla sua giunta insieme ad altre nove azioni sulle tematiche fondamentali che vanno affrontate per risollevare Roma dall’immobilismo che l’ha caratterizzata negli ultimi anni. ‘Le 10 azioni per il sindaco’ sono state rese note durante una conferenza stampa ala centro congressi Cavour di Roma, intitolata #lavoriamoperroma.

“Roma è nei fatti una città senza governo, allo sbando completo- hanno commentato i segretari generali di Cgil Roma e Lazio, Cisl Roma Capitale e Rieti e Uil Lazio, Michele Azzola, Carlo Costantini e Alberto Civica– la Capitale sta vivendo un decadimento economico, sociale, culturale che ha origini profonde e le cui cause ancora adesso non vengono affrontate dall’amministrazione comunale e dalla classe dirigente cittadina. Dalla casa ai rifiuti, dai trasporti alle periferie, dai servizi sociali agli appalti, la qualità della vita continua a peggiorare, soprattutto perché si opera solo in emergenza; nulla viene programmato e progettato e questo ha prodotto un disagio sociale probabilmente senza precedenti”.

“Le disuguaglianze sono aumentate mentre la città si è impoverita e la qualità dei servizi essenziali, spesso già precaria, è ulteriormente regredita con gravi ripercussioni a livello economico e sociale, ma anche culturale, ambientale e nello sviluppo tecnologico. La situazione in cui versa la Capitale è sotto gli occhi di tutti e non spetta a noi ribadire ciò che vediamo quotidianamente. Quello che vorremmo proporre invece è un percorso comune e costruttivo che possa risollevare Roma dalla palude in cui è sprofondata”.

“La situazione delle Partecipate è drammatica, sono completamente da riformare – ha affermato Michele Azzola, segretario Cgil Roma e Lazio -. Ama è allo sbando. Non c’è più un trasporto pubblico locale. Non abbiamo più l’azienda che progetta le metropolitane e ce ne sarebbe bisogno. Vogliamo un rilancio delle partecipate tarato sui bisogni dei cittadini. Abbiamo bisogno di un cambio di passo”.

“Noi speriamo che i candidati sindaco colgano questa opportunità. Noi non siamo per le polemiche ma parliamo di merito. Vogliamo confrontarci con chi governerà questa città per provare a far uscire questa città da uno stato difficile in cui ormai da dieci anni è collocata”, ha sottolineato Azzola.

“Crediamo che il primo impegno del prossimo sindaco – ha poi aggiunto -sia un patto sul lavoro con noi, in cui il Comune non sfrutti più i dipendenti. È inaccettabile che oggi con il G20 in corso a Roma, i musei capitolini siano aperti da personale precario che guadagna 5,50 l’ora. Questo è un modo per non attrarre i giovani e farli scappare e relegare la nostra città un ruolo sempre minore”.

“Questa amministrazione è stata mancante totalmente nel rapporto con le parti sociali e con i cittadini – ha detto Carlo Costantini, segretario generale Cisl Roma Capitale-Rieti. È stata un’amministrazione che si è blindata e che al di là di qualche spot non è riuscita a dialogare anche con i Municipi. Sul sociale ad esempio alcuni Municipi già a giugno avevano finito tutti i fondi per dare assistenza sociale ai cittadini. Noi chiediamo che i cittadini vengano trattati non da sudditi ma che vengano considerate le loro esigenze e vengano soprattutto risolte. Non si può andare avanti solo per emergenze e mettere toppe che a volte sono peggiori del buco”.

Alberto Civica, segretario generale Uil Lazio ha proseguito spiegando che “a Roma servirebbe un sindaco, cosa che non abbiamo avuto. Un sindaco che sia un punto di riferimento, un elemento di dialogo e stabilità nel rapporto con le altre istituzioni come regione e governo. Ci sono temi come i poteri di Roma che non possono essere risolti solo dal sindaco di Roma. Abbiamo assistito in questi cinque anni a un balletto tra comune e regione, e un rapporto col governo inesistente. Dobbiamo rivendicare che Roma è la Capitale d’Italia. Gli altri paesi europei investono sulle capitali”, ha concluso.

In merito all’emergenza rifiuti che imperversa nella Capitale, sono diverse le posizioni dei candidati a sindaco di Roma per affrontare la questione.

Per Michele Azzola, segretario generale Cgil Roma e Lazio “Abbiamo bisogno di strutturare una grande multiutility che chiuda il ciclo dei rifiuti nel Lazio. Io non so se il termovalorizzatore sia lo strumento necessario. Noi abbiamo bisogno invece di impianti che facciano riciclo e riuso di materiale e abbiamo bisogno di attrarre aziende che si nutrono di materiale riciclato altrimenti il sistema dei rifiuti non funzionerà”. Una multiutility, dunque, “che abbia la capacità e le risorse per fare gli investimenti necessari. Le potenzialità ci sono tutte, si tratta di mettere insieme Comune e Regione e fare un cambio di passo al pari di quello avvenuto nel Nord 20 anni fa ormai”.

“Per il prossimo sindaco, sulla gestione ambientale, in questo caso dei rifiuti, chiediamo che ci sia, finalmente, intanto una sinergia con la Regione Lazio: basta questo inutile rimpallo di responsabilità”, ha aggiunto Carlo Costantini, segretario generale Cisl Roma Capitale e Rieti. “Al contrario delle altre grandi città, Roma è una delle pochissime che non chiude il ciclo dei rifiuti al proprio interno. E farlo potrebbe portare anche degli introiti. Il ciclo dei rifiuti deve chiudersi dove si crea, poi sulle scelte non siamo noi, almeno come Cisl, che tifiamo per una cosa o per l’altra. Chiediamo che venga fatta una cosa più green possibile perché questo è comunque il cammino, ma sono altri che devono decidere. Però l’immobilismo deve finire”.

Anche per Alberto Civica, segretario generale Uil Lazio “I termovalorizzatori al momento non sono una opzione. Quello che bisogna fare è creare le condizioni per una differenziata che sia degna di questo nome in termini quantitativi e qualitativi, creare una serie di impianti, alcuni sono già previsti dal Piano regionale per la trasformazione, in modo tale che il problema delle discariche diventi residuale. È un progetto questo che ha bisogno di un po’ di tempo per essere messo in campo ma, se parte, eliminerebbe il grande problema dei termovalorizzatori. C’è bisogno però di creare anche una sorta di ‘Ama di municipalità’, cioè creare un sistema di isole ecologiche più piccole, che possono migliorare la qualità e quantità della differenziata e anche dare soluzioni ad alcuni problemi. Questo è quello che ci aspettiamo che faccia una città come Roma”.
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